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2017 positivo per le PMI della meccanica e subfornitura

PMI autiomazione 

Un comparto vitale, che si è lasciato alle spalle la congiuntura negativa e che guarda con fiducia alle prospettive di sviluppo offerte dalla quarta rivoluzione industriale: è questa la fotografia delle imprese italiane della meccanica e subfornitura scattata dall’ultima edizione dell’Osservatorio MECSPE, realizzato da Senaf in occasione di MECSPE, la manifestazione punto di riferimento per il manifatturiero 4.0, che, con oltre 2000 espositori e quasi 50mila visitatori, ha portato alle Fiere di Parma macchine e processi innovativi, capaci di imprimere una concreta trasformazione al manifatturiero italiano, dedicando un intero padiglione alle tecnologie 4.0.
Secondo l’Osservatorio MECSPE per le pmi della meccanica e subfornitura, il 2016 si è chiuso con fatturati in crescita per quasi la metà (48,7%) e una situazione occupazionale positiva: se per il 44% il numero di addetti non è variato, è stato ben il 46,8% ad assumere nuovo personale. Positivi anche i risultati prospettati per il 2017:il 56,6% prevede un incremento del proprio fatturato e una situazione occupazionale stabile (49,8%) se non in crescita (46,2%). Una situazione che soddisfa gli imprenditori, con solo un 5% insoddisfatto e ben sei su dieci (59,9%) ampiamente appagati dall’andamento attuale della propria azienda.

“Per oltre la metà degli imprenditori il mercato è tornato a essere solido e continuerà a offrire nuove opportunità di business – commenta Emilio Bianchi, Direttore di Senaf – Le imprese sono chiamate a rivedere il proprio paradigma produttivo, a fronte di una trasformazione che sta interessando il settore ed è orientata verso la digitalizzazione e l’integrazione di tecnologie sempre più evolute nei processi produttivi, per renderli snelli, efficienti e altamente performanti. Forti di un ritrovato slancio economico, gli imprenditori non sono per nulla spaventati da questa evoluzione: continuano a investire in R&D e sono sempre più quelli che si orientano verso il modello della Fabbrica Digitale 4.0.”
Grazie al Piano Calenda e al sostegno del Governo, infatti, la prospettiva di un manifatturiero italiano 4.0 è in netto miglioramento tra gli imprenditori, anche se per il 55,1% è un traguardo ancora lontano. Nel frattempo, però, la metà delle imprese afferma di avere una strategia e una visione d’insieme chiara sul proprio futuro come ‘Fabbriche Intelligenti’ e su come integrare le tecnologie 4.0 nei propri processi per ottimizzare la produzione. Per quasi la metà (49,7%) la digitalizzazione generale raggiunta in azienda è buona, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita (57,1%) e della progettazione e sviluppo del prodotto (54,9%).
Per raggiungere questi risultati, le PMI hanno investito una quota variabile dei propri ricavi. A oggi, se oltre la metà (50,5%) ha dedicato meno del 10%, è comunque un buon 36,6% che ha superato questa quota, e andrà meglio nei prossimi anni. Quasi la metà delle imprese italiane (49,2%) prevede di dedicare oltre il 10% dei propri ricavi agli investimenti in tecnologie 4.0: quasi quattro su dieci (38,7%) investiranno tra l’11 e il 25% dei propri ricavi e il 10,5% oltre il 26%. Un incremento di budget che si spiega anche alla luce del maxi piano di ammortamenti previsto dal Governo per l’introduzione di macchinari e soluzioni 4.0, il quale sarà ampiamente sfruttato dalle aziende italiane (lo afferma il 47,9%): se oltre un quinto delle imprese italiane ne farà ricorso per la prima volta (21,2%), il 26,3% ne farà richiesta dopo aver già beneficiato di quello del 140%. Un numero destinato ad aumentare dopo i chiarimenti della circolare direttoriale del 15 febbraio 2017su quali beni rientrano tra gli investimenti 4.0, che aiuteranno il 25,8% delle imprese in dubbio, a capire se effettivamente ne potranno usufruire.
Le pmi della meccanica e della subfornitura, che a oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, hanno privilegiato soluzioni per la sicurezza informatica (30,6%), la robotica (20,7%), la meccatronica (20,1%), il cloud computing (16,5%) e la simulazione (16,2%), che saranno oggetto di ulteriori investimenti nel corso del 2017. A fine anno, perciò, la sicurezza informatica sarà presente in oltre un terzo delle aziende (35,7%), in oltre un quarto ci sarà robotica (25,8%) e meccatronica (26,4%), mentre oltre un quinto si doterà di cloud computing (23,7%) e soluzioni di simulazione (21,3%). Durante il 2017, però, sarà l’internet of things a godere degli investimenti maggiori, arrivando a registrare un +12% e a essere così presente in quasi un quarto delle imprese italiane (24,9%).
L’integrazione di queste tecnologie abilitanti 4.0 nei processi produttivi porterà vantaggi soprattutto dal punto di vista dell’ottimizzazione del controllo della qualità dei processi (78,8%) e di quella in real time della supply chain (50%). Seguono il monitoring da remoto (38,6%), il miglioramento dei consumi energetici (34,8%) e la possibilità di una manutenzione predittiva (33,2%).
Al processo di trasformazione delle imprese in fabbriche intelligenti, digitali e connesse, ci sono però alcuni ostacoli, come l’incertezza del rapporto investimenti-benefici, (44,9%) il loro costo (34,6%) e la necessità di avere personale formato (33,5%). Altra difficoltà è l’arretratezza delle altre aziende con cui si collabora (26,5%). Indicatore importante è certamente la “liquidità”, ma è ritenuta buona per la metà degli imprenditori (50,8%), sufficiente per quasi quattro imprenditori su dieci (38,8%), negativa per il 10,4%.

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